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Immagine del redattoreLa Fierucola

L'acqua un dono prezioso

Strategie per favorire l'accumulo di acqua nel suolo ed evitarne la dispersione in agricoltura



L'agricoltura sostenibile richiede l'adozione di pratiche e tecniche che favoriscano la conservazione delle risorse naturali, inclusa l'acqua.

Una delle sfide maggiori nell'agricoltura è l'accumulo di acqua nel suolo e la riduzione della

dispersione nell'ambiente. Fortunatamente, esistono molte tecniche naturali che possono

aiutare ad affrontare questo problema, ma è necessario agire in più modi, a seconda della

tipologia di terreno.



 


Pratiche utili per l'accumulo di acqua

Struttura e morfologia della terra possono influire molto sul risultato:

un terreno argilloso trattiene più acqua di uno sabbioso; allo stesso tempo in un terreno in pendenza

l’acqua penetra con più difficoltà che in un terreno pianeggiante, in quanto lo scorrimento è normalmente più veloce.

Quindi è importante:


Realizza delle scoline

Agire in modo che l’acqua non se ne vada velocemente, ma riesca a penetrare più profondamente

possibile realizzando frequenti scoline con poca pendenza;


Arricchire il terreno di sostanza organica che, oltre ad apportare sostanze nutritive, migliora la

struttura di qualsiasi tipo di terreno (l’Humus ha un’elevata capacità di trattenimento dell’acqua;


Mantenere il terreno sempre coperto di vegetazione perché ne limita l’evaporazione e lo protegge dal dilavamento e dall’erosione in caso di forti piogge, consentendo una più facile penetrazione nelle zone di riserva idrica. A tale scopo sono molto utili delle colture intercalari che, oltre ad evitare di lasciare il terreno scoperto per lunghi periodi, permettono un ulteriore raccolto e la produzione di una notevole massa di sostanza organica da sovesciare* durante le lavorazioni per la coltura principale;


Pacciamare**, là dove è possibile, perché è la pratica più consigliata per risparmiare acqua. Essa

permette di limitare al massimo l’evaporazione del terreno, crea un microclima costante (fresco in

estate e caldo in inverno) che aiuta la crescita delle piante e fa proliferare tutti i microorganismi del

terreno, apporta sostanza organica, spesso in quantità notevole, specie se si utilizzano paglia, fieno,

foglie e cippato. Inoltre impedisce la crescita di erbe indesiderate che, durante l’estate, entrano in

competizione idrica con le nostre colture;


Scegli specie autoctone

Scegliere con accortezza le specie da utilizzare. Di norma le specie autoctone di origine

mediterranea sono più resistenti alla siccità di specie nordiche. Il girasole, il miglio ed il fagiolo

dall’occhio hanno sicuramente meno bisogno di acqua del granturco o della soia;


Utilizzare le consociazioni. Esistono molte piante che amano la vicinanza di altre specie e sono

vicendevolmente utili, sia nella crescita che nella resistenza che nella lotta a malattie e parassiti.

Messe una vicina all’altra occupano lo stesso terreno di una specie sola, assorbono acqua e

nutrimento a profondità diverse, evitano dispersione idrica (con un’unica innaffiatura le irrighiamo

entrambe) e ci consentono un doppio raccolto: liliacee con carota, insalate e cavoli con pomodori,

fagioli con mais e peperoni, etc.


Irrigazione a goccia

Scegliere il metodo di irrigazione più idoneo alle varie colture. Attualmente il metodo di irrigazione

a goccia è quello che permette un minor consumo di acqua, localizzando al massimo l’operazione,

consentendo una lenta penetrazione che evita scorrimento e dilavamento.



 

Note esplicative



*sovesciare: pratica agricola che consiste nel tritare ed incorporare nel terreno del materiale organico

cresciuto su di esso. In genere si seminano specie come le leguminose quali lupino, favino, piselli da

foraggio oppure crucifere come senape o rapi. Al momento della fioritura si trinciano e si interrano nel terreno. Queste andranno a formare un’enorme quantità di humus i cui effetti si riscontreranno nei quattro anni successivi.


Se il sovescio si effettua con leguminose, queste vivono in simbiosi con dei batteri localizzati nelle loro radici che hanno la capacità di fissare l’azoto atmosferico. Otterremo quindi un duplice effetto

concimante, ridando al terreno in forma assimilabile tutte le sostanze di cui una pianta ha bisogno per crescere, con l’aggiunta di azoto che è per i vegetali la sostanza più assorbita.

Se il sovescio si effettua con crucifere avremo, rispetto alle leguminose, un minor quantitativo di azoto, ma una massa di sostanza organica superiore, oltre ad aver avuto una specie di effetto diserbante di cui senape e rape sono capaci, soprattutto contro la gramigna.



**pacciamare: significa ricoprire il suolo intorno alle piante coltivate con sostanze di vario tipo,

impedendo comunque che questo rimanga scoperto. Pacciamare le fragole, ad esempio, significa

ricoprire il terreno, tra una pianta e l’altra, di cippato di legno (pezzetti di legno sminuzzato, aghi di

pino, foglie o paglia, in modo da mantenerlo fresco e coperto, limitando la crescita di altre erbe.

La pacciamatura si può fare impropriamente anche con dei film plastici che però non apportano

sostanza organica e, una volta finito il ciclo, sono difficilmente smaltibili, rimanendo in buona parte sul terreno stesso.

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